EMDR

Trauma psicologico: dal greco “ferita dell’anima”

Cos’è l’EMDR e quando serve:

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e dei disturbi da stress conseguenti a esperienze traumatiche o significativamente stressanti dal punto di vista emotivo. 

Può succedere di imbattersi in traumi importanti: ferite che minacciano la nostra integrità e la nostra vita come calamità naturali, incidenti, aggressioni, malattia. In questi casi è possibile che il senso di paura, vulnerabilità, orrore rimangano presenti e vividi nonostante il passare del tempo e il tentativo di lasciare il passato alle spalle, spesso associati al Disturbo da Stress Post Traumatico.

Esistono però anche traumi minori: esperienze apparentemente meno rilevanti ma che se ripetute nel tempo o subite nell’infanzia o in momenti di vulnerabilità possono segnare profondamente e causare sofferenza, insicurezza, mancanza di autostima, senso di colpa, disturbi d’ansia, attacchi di panico ed essere alla base di diversi disagi psicologici.  

Il disturbo da stress post-traumatico è caratterizzato da:

  • Sintomi intrusivi associati all’evento come ricordi ricorrenti, sogni e flashback in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando.
  • Marcata reattività associata all’evento traumatico, allerta e ipervigilaza, problemi di concentrazione, disturbi del sonno, reazioni fisiologiche significative a fattori scatenanti interni o esterni.
  • Evitamento degli stimoli associati all’evento traumatico come ricordi, pensieri, emozioni, luoghi, persone, situazioni e stimoli legate all’evento.
  • Alterazioni di pensieri ed emozioni associati all’evento traumatico relative ai ricordi non accessibili, pensieri e convinzioni negative, emozioni negative persistenti – paura, orrore, rabbia, colpa o vergogna-.

Come funziona?

L’EMDR interviene sul ricordo dell’evento traumatico attraverso movimenti di stimolazione bilaterale alternata destro/sinistro, prevalentemente degli occhi ma anche di altri distretti corporei. 

La stimolazione attiva una desensibilizzazione del ricordo e una ristrutturazione cognitiva che permettono l’elaborazione dell’esperienza traumatica e il superamento della sintomatologia del disturbo da stress post-traumatico.

I ricordi traumatici in questo modo possono essere svincolati dall’esperienza presente ed essere veramente lasciati nel passato e vissuti come lontani, le convinzioni negative su di sé si modificano, le emozioni si rivelano più adeguate e le sensazioni fisiche disturbanti si sciolgono.

Le basi teoriche dell’EMDR

Le basi teoriche su cui poggia l’EMDR sono quelle del modello di elaborazione adattiva dell’Informazione – AIP (Shapiro,1995). 

Secondo questo modello l’essere umano possiede un sistema di elaborazione dell’informazione neurobiologica innato e adattivo, programmato per integrare le esperienze di vita immagazzinandole come ricordi fisici in un’ottica di autoguarigione che favorisce la salute. In memoria vengono immagazzinati gli input sensoriali, i pensieri, le emozioni le sensazioni fisiche e interpretazioni date all’evento. 

Secondo l’AIP, un evento traumatico viene immagazzinato in memoria in modo disfunzionale, restando “congelato” all’interno di reti neurali incapaci di mettersi in connessione con le altre reti con informazioni utili. Le esperienze non elaborate e isolate continuano ad attivare i ricordi e i vissuti dell’evento traumatico provocando sofferenza emotiva, credenze negative, sensazioni fisiologiche disturbanti alla base di patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi psicologici.

Attraverso la stimolazione bilaterale attuata durante le sedute di EMDR viene riattivato il naturale processo di elaborazione delle informazioni interrottosi in seguito all’evento traumatico. In questo modo vengono create nuove connessioni più funzionali che permettono di accedere al ricordo in un’ottica più adattiva: diventa possibile alleviare la sofferenza emotiva, riformulare le credenze negative e ridurre l’iperattivazione fisiologica del paziente.

Cosa aspettarsi dall’EMDR

Lavorare con l’EMDR significa intervenire tendo conto di tutti gli aspetti di un’esperienza stressante o traumatica, quelli cognitivi ed emotivi, quelli comportamentali e neurofisiologici. 

L’utilizzo dell’EMDR viene valutato in base ai bisogni, alla storia e ai disturbi di ogni singola persona.

  • Dopo un’accurata anamnesi viene stabilito insieme al paziente quali eventi hanno contribuito a sviluppare il suo disagio e che verranno elaborati con l’EMDR. 
  • Il terapeuta guida il paziente nella descrizione dell’evento traumatico e nella scelta degli elementi disturbanti importanti utilizzando un protocollo strutturato.  
  • Il paziente viene accompagnato nel processo di rielaborazione che procede naturalmente verso una visione più matura e funzionale che integra l’esperienza in uno schema cognitivo ed emotivo positivo.
  • Si ha la possibilità di rivivere il ricordo traumatico in sicurezza, ricollocare l’evento nel passato, cambiare la prospettiva cognitiva e narrativa, assimilare l’esperienza.
  • Durante questo processo vengono utilizzate anche tecniche che possono aiutare il paziente nella regolazione e nella gestione delle emozioni intense che potrebbero scaturire durante la fase di elaborazione e fornire al paziente un maggior controllo.  
  • Dopo l’EMDR rimarrà il ricordo dell’evento ma il contenuto sarà totalmente integrato in modo più adattivo. 

L’EMDR è stato riconosciuto come metodo evidence-based per il trattamento del Disturbo da Stress Post Traumatico, approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2013) e dal nostro Ministero della salute nel 2003.